Il Resto del Carlino – Il segreto delle Sette Terre

di Ugo Cénnamo

«Sono le piccole cose a renderle grandi». È la filosofia di Gaetana Jacono, erede di un’antica tradizione tramandata di padre in figlio da sei generazioni, imprenditori capaci di affermare il marchio Valle dell’Acate nel mondo. D’altronde già alla fine del diciannovesimo secolo Vittoria nel Ragusano era il centro siciliano più attivo nell’esportazione del vino destinato al mercato francese. Da allora tale vocazione è stata custodita con la volontà di perfezionare e far conoscere la propria produzione.

Merito di vitigni autoctoni pregiati dai quali si ottengono grandi vini e tra questi il Cerasuolo, che dà lustro alla produzione vinicola siciliana. L’azienda agricola Valle dell’Acate, condotta oggi come ieri dalla famiglia Jacono, è una delle realtà più importanti nel panorama enoico della Sicilia sud orientale, impegnata nel proseguire e valorizzare l’antica tradizione vitivinicola nel triangolo di territorio tra Acate, Comiso e Vittoria. «Da quando mi occupo dell’azienda – spiega Gaetana Jacono – siamo passati da una produzione di 30mila a 400mila bottiglie. Risultati come questi non si raggiungono da soli. Ho due famiglie alle spalle, la mia e la famiglia Ferreri, mosse dalla voglia di migliorare e di innovare sempre».

E se la tenuta in Sicilia, che si estende per 100 ettari e in gran parte è stata reimpiantata con i vitigni principi della zona e internazionali, serve a garantire qualità, d’altra parte è Milano il quartier generale dell’azienda. Da Palazzo Serbelloni in Corso Venezia, Gaetana Jacono tesse da vent’anni la tela con grande passione per raggiungere gli obiettivi ai quali ambisce. La strategia adottata evidentemente funziona: i vini prodotti raggiungono, oltre ai Paesi europei, gli Stati Uniti, il Canada, i nuovi mercati dell’Asia, dal Giappone alla Cina, dalla Russia all’India. I gioielli di Valle dell’Acate si caratterizzano e si distinguono oltre che per il pregio, anche perché solari, dinamici e aromatici: si va dal Cerasuolo al Frappato, dall’Insolia e allo Zagra, dall’Iri da Iri (l’ultimo nato) fino alle etichette igp Moro e Tané. Per ogni vino è stato identificato e selezionato il terreno giusto, con la consapevolezza della valenza del “terroir” che rappresenta un importante valore aggiunto nella produzione. Sette terre per altrettanti vini: in ciascuna di esse è racchiusa l’essenza della Sicilia e della provincia di Ragusa, della storia vinicola della famiglia Jacono, ma soprattutto della forza e della passione di Gaetana.

D’altronde se Milano è la vetrina ideale per mostrarsi al mondo, Feudo Bidini in Sicilia, dove si estendono i vigneti, è un sito dall’impareggiabile bellezza naturalistica e di primaria valenza archeologica. Il rinvenimento di una necropoli testimonia il fiorente passato vissuto già sotto la dominazione dei greci. La natura è incontaminata: i filari di uva ricamano i declivi e i riflessi argillosi del terreno ricreano un vero paradiso. Ed è questa l’anima che accompagna ogni bottiglia griffata Valle dell’Acate.

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Il Resto del Carlino

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